06-04-2014
GUIDA AI DIRITTI ED AI DOVERI DEI DETENUTI SECONDA EDIZIONE: Nella sezione UTILITA' del sito č disponibile la seconda...
 
IL CARCERE POSSIBILE ONLUS SI RIVOLGE ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI NAPOLI
Si chiede un'indagine sulle condizioni igienico-sanitarie in cui sono costretti a vivere i detenuti e su eventuali violazioni di legge
 

Napoli, 16 giugno 2009-------------------------Depositata oggi alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli la denuncia della nostra Associazione.  La drammatica, e purtroppo notoria, emergenza che sta vivendo, in questi giorni, il sistema penitenziario, ci vede costretti ad intervenire in difesa di coloro che stanno subendo una non più tollerabile ed incivile aggressione  alla loro salute, alla loro vita di relazione e vedono del tutto compromessa la possibilità di partecipare a programmi di rieducazione.
I dati del sovraffollamento sono, di giorno in giorno, più allarmanti. La Casa Circondariale di Poggioreale, ad esempio, che ha una capienza “tollerabile” di 1.300 detenuti, ne ospita più di 2.600.
Tali dati comportano, come facilmente intuibile, condizioni igieniche che compromettono la salute e l’equilibrio psico-fisico dei detenuti, costretti a vivere in spazi angusti in una promiscuità che priva ciascuno della propria dignità, in violazione dei principi costituzionali (artt. 3, 27, 32), delle norme dell’ordinamento penitenziario (L.26 luglio 1975, N.354), del Regolamento Penitenziario (D.P.R. 30 giugno 2000, N. 230) e della legislazione speciale in materia di salute (R.D. 27 luglio 1934, N. 1265, T.U. Leggi sanitarie e succ. mod.),  igiene e distribuzione e consumo di alimenti (L. 30 aprile 1962, N.283).
“Il Carcere Possibile Onlus”, prendendo atto di questa situazione e dei dati ufficiali diffusi dallo stesso Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, ha ritenuto non più procrastinabile un’azione di denuncia mirata a verificare se tutti i soggetti tenuti, per legge, al controllo dello stato in cui vivono i detenuti abbiano effettivamente svolto il proprio compito, se abbiano descritto le reali condizioni di vita all’interno degli Istituti, e se i soggetti destinatari di tali verifiche abbiano adottato tutti i provvedimenti necessari. 
Il carcere non può essere considerata una “zona franca”, ove la Legge dello Stato non va applicata.
La misura cautelare (circa il 60% dei detenuti è in attesa di una sentenza definitiva, ed è pertanto un “presunto innocente”) e la sanzione inflitta non possono consistere in umiliazioni e vessazioni con una vera e pro-pria negazione della dignità umana che è “contra legem” e contro la stessa idea di civiltà.
I detenuti sono portatori di diritti pieni ed inalienabili, proprio come i soggetti liberi.