06-04-2014
GUIDA AI DIRITTI ED AI DOVERI DEI DETENUTI SECONDA EDIZIONE: Nella sezione UTILITA' del sito č disponibile la seconda...
 
ANCHE "IL MATTINO" DENUNCIA IL SOVRAFFOLLAMENTO DEGLI ISTITUTI DI PENA IN CAMPANIA
Aumentano i quotidiani che cominciano ad accorgersi della drammatica e disumana situazione nelle carceri italiane.
 

Un'intera pagina dedicata all' "inferno" degli Istituti di Pena in Campania. "Il Mattino" prende spunto da un'intervista al Segretario Regionale del Sappe (Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria) per denunciare la gravità di una situazione che sta irrimediabilmente precipitando, senza che s'intravedano effettive e concrete soluzioni.
Dopo la dichiarazione del Ministro Alfano che ha ammesso che la maggior parte degli Istituti in Italia "Sono fuori dala Costituzione", aumentano le "voci di dentro", quelle libere come i sindacalisti della polizia penitenziaria, che si uniscono alle "voci di dentro", quelle che non sono libere, che da anni denunciano violazioni dei diritti umani.
"Il Carcere Possibile Onlus", insieme ad altre Associazioni, da tempo ha lanciato l'allarme - documenti, dichiarazioni e proposte sono visibili su questo sito - ed esprime gratitudine a tutti i media che su questo tema fanno corretta informazione ed in particolare ai giornalisti che decidono di trattare un argomento controcorrente, impopolare, ma fondamentale per il rispetto della LIBERTA' di tutti i cittadini.
Un grazie a Giuseppe Crimaldi de "Il Mattino", di cui pubblichiamo in calce l'articolo, sottolineando però l'errore sull'effettiva presenza dei detenuti a Poggioreale che oggi supera le 2.600 unità, a fronte del dato erroneamente riportato di 1387.
23/03/2009 
GIUSEPPE CRIMALDI . "IL MATTINO".
Poggioreale? Tra qualche giorno, nel carcere, resteranno solo pochi posti. E saranno solo posti in piedi. Più che di allarme, si tratta di una previsione destinata inevitabilmente a trasformarsi in drammatica realtà. Questione di giorni, forse di ore. Le carceri di Napoli, come del resto quelle della Campania, stanno esplodendo. I dati ufficiali parlano chiaro e si riferiscono ad una situazione aggiornata al 17 marzo scorso: solo a Poggioreale la popolazione detenuta presente conta 1387 presenze, a fronte di una capienza massima regolamentare di 1308; meglio non va a Secondigliano, dove i detenuti sono 1236 (e dove, al massimo, dovrebbero essercene non più di 1079). Un disastro, insomma. Una situazione che si fa di giorno in giorno sempre più calda e insostenibile. Per tutti, perché naturalmente è di persone che qui si parla, sia quando ci si riporta ai detenuti sia quando ci si riferisce a chi li controlla, e cioè agli agenti della polizia penitenziaria, i cui organici sono peraltro fermi agli stessi di molti anni fa. E proprio dal sindacato autonomo di polizia penitenziaria parte l'Sos. «Il pianeta carcerario, a Napoli e in Campania, attraversa un momento gravissimo - dice Emilio Fattorello, segretario regionale del Sappe - Per intenderci, Siamo tornati nelle stesse condizioni che si vivevano nei giorni del pre-indulto. Servono interventi urgenti per scongiurare questo congegno ad orologeria la cui miccia è ormai accesa». I dati relativi al superaffollamento degli istituti carcerari mostrano cifre in rosso anche in altre strutture della nostra regione. A cominciare dal carcere di Santa Maria Capua Vetere, dove gli argini sono stati ormai rotti da tempo. Se i livelli di «tollerabilità» segnano un massimo di 547 unità, al 17 marzo scorso i detenuti reclusi effettivi erano addirittura 878. Nemmeno Benevento fa eccezione: 394 le persone recluse, a fronte di una media prevista dalle tabelle del Provveditorato regionale del Dap (il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) che ne prevedono 247. Sia chiaro: l’amministrazione fa il possibile - e in molti casi anche l’impossibile - per tenere salvaguardare condizioni tanto emergenziali. Ma i numeri, alla fine, sono quelli che sono. «Da tempo - prosegue il segretario regionale del Sappe Fattorello - il ministero della Giustizia ricorda a tutti gli operatori carcerari il principio della “umanità della pena”, esortando ad applicare questo sacrosanto principio; eppure, in presenza di anomalie logistiche e strutturali, come si fa a non cocnludere che le carceri della Campania stanno drammaticamente diventando contenitori di carne umana». L’inferno carcerario è una realtà a due facce. A viverla ci sono i detenuti, ma subito dopo anche gli agenti della Penitenziaria. I quali - tanto per fare un esempio - devono, tra i tanti compiti d’istituto assolvere anche all’organizzazione dei colloqui tra carcerati e familiari. Soltanto a Poggioreale, se ne svolgono 530 ogni giorno: e questo mobilita un vero e proprio esercito di agenti in divisa blu, oltre 2000, chiamati a «filtrare» il delicato momento degli incontri tra detenuti e familiari. «Della situazione strutturale degli edifici che ormai esplodono per il sovraffollamento si è detto - conclude Fattorello - Purtroppo nulla si muove neanche sul fronte del rafforzamento dei nostri organici. E i nostri concorsi restano bloccati». Con queste premesse l’estate potrebbe rappresentare un nuovo, difficile banco di prova per l’amministrazione penitenziaria.