06-04-2014
GUIDA AI DIRITTI ED AI DOVERI DEI DETENUTI SECONDA EDIZIONE: Nella sezione UTILITA' del sito č disponibile la seconda...
 
FINALMENTE IL MINISTRO AMMETTE: CARCERI PIENE, FUORI DALLA COSTITUZIONE
Il Ministero della Giustizia prende atto della drammatica situazione denunciata anche dalla nostra Associazione con l'esposto di alcuni giorni fa. Ma vuole risolvere il problema con la costruzione di nuove carceri, mentre ci sono Istituti nuovi mai aperti.
 

Napoli, 16 marzo 2009--------------- I più importanti quotidiani nazionali riportano le dichiarazioni del Ministro Alfano sul sovraffollamento degli Istituti di pena italiani e sulle condizioni disumane in cui vivono i detenuti, più volte denunciate dalla nostra e da altre Associazioni. Il recente esposto inviato da "Il Carcere Possibile Onlus" alle ASL competenti sugli Istituti di Poggioreale Secondigliano e Pozzuoli è in attesa di risposta, ma le parole del Ministro indicano chiaramente quale potrà essere l'esito di un'ispezione. Poggioreale, nell'articolo pubblicato dal "Corriere dela Sera", è definito "IL CARCERE PIU' AFFOLLATO D'EUROPA" (dati Antigone). "La maggior parte delle carceri - afferma il Ministro è stata costruita in secoli lontani. Il risultato è che talvolta siamo fuori dal principio costituzionale dell'umanità...per questo dobbiamo costruire nuove carceri" (Corriere della Sera - 16.03.09 - pag.20). Il Ministro ammette il problema, ma indica soluzioni inattuabili in tempi brevi, per evidenti ragioni di tempo (per la costruzionedi nuove carceri occorrono anni) e per assoluta mancanza di risorse finanziarie. Carenza di risorse che non consente l'apertura di carceri già completate come ad esempio quello di Reggio Calabria, finito nel 2005 e mai andato in funzione, come già evidenziato, in altre occasioni, dalla nostra Associazione.
Un dossier pubblicato su "La Repubblica" di oggi, a firma di Paolo Berizzi, dedica ampio spazio alle PRIGIONI FANTASMA. "....La mappa delle prigioni fantasma va da Pinerolo a Reggio Calabria, da Castelnuovo Daunia a San Valentino in Abbruzzo; migliaia di celle lasciate marcire, impolverate. Addirittura occupate da senzatetto e sfrattati. Come a Monopoli, nel cuore della Puglia, maglianera dell'abbandono dell'edilizia carceraria. Il tutto mentre le carceri italiane scoppiano.........Attacca il parlamentare Pd Antonio Misiani: "Come pensa il Ministro Alfano di far funzionare le carceri che vuole costruire se taglia le risorse agli agenti? Non gli basta vedere che ci sono almeno una decina di penitenziari vuoti proprio perchè mancano le guardie ? In generale il piano carceri appare come un libro dei sogni".
Nonostante tutto, le parole, finalmente esplicite, del Ministro sono importanti, e si traducono in questa espressione: IL TRATTAMENTO RISERVATO AI DETENUTI IN ITALIA VIOLA LA COSTITUZIONE . Partendo da questo dato, riferito dal Ministro della Giustizia, non vi è più alcuna necessità di continuare a perdere tempo con convegni, riflessioni e studi, sulle condizioni di vita dei detenuti, ma bisogna agire in tempi brevi. Questo è quello che un paese civile e democratico deve fare. Nessuno potrà più dire che non è vero, che in carcere in fondo non si sta male. Il Parlamento ha il dovere d'intervenire subito con strumenti idonei, come ad esempio l'introduzione di sanzioni alternative alla detenzione, facendo comprendere all'opinione pubblica che il tasso di recidiva di chi è sottoposto a tale trattamento è bassissimo e non vi è alcun pericolo per la sicurezza sociale. E' necessario aumentare il numero degli educatori, oggi presenti , in alcuni Istituti, con un rapporto di 1 educatore per 900 detenuti (es. S.Maria Capua Vetere). Fare giusta e corretta informazione ed avviare anche la costruzione di nuovi carceri. La nostra Associazione, unitamente all'ACEN ed alla Facoltà d'Ingegneria dell'Università Federico II, già nel 2007, ha bandito un concorso per la progettazione di un "carcere possibile", e sono stati presentati progetti per strutture ecosostenibili.
Il Ministro ha, dunque, "scoperto l'acqua calda", direbbero gli addetti ai lavori, ma è già qualcosa avere chiaro il problema e sopratutto averlo pubblicamente denunciato. Ora Sig. Ministro pensi seriamente ai rimedi, quelli veri e realizzabili.