06-04-2014
GUIDA AI DIRITTI ED AI DOVERI DEI DETENUTI SECONDA EDIZIONE: Nella sezione UTILITA' del sito è disponibile la seconda...
 
Caldo a 40 gradi e in carcere manca l'acqua
manca l'acqua in carcere
 
“In nome del popolo italiano Rossi Gennaro è condannato a sei anni di reclusione, parte dei quali da scontare senza acqua” Dispositivo di sentenza che nessun Giudice potrebbe pronunciare, ma che, di fatto, trova esecuzione, a volte, nel periodo estivo. Il Paese non sa che in alcune carceri si sta vivendo un'emergenza idrica drammatica. Molti, invece, sono a conoscenza della mancanza di acqua, per alcune ore e per momentanei problemi tecnici a Capri, dove i parrucchieri sono stati costretti addirittura a fare gli shampoo con la minerale. Sono le regole del nostro giornalismo. Se mancasse l’acqua in un Ospedale, i media insorgerebbero, si griderebbe allo scandalo, si valuterebbero responsabilità politiche, i parenti dei degenti s’incatenerebbero sotto il nosocomio, avendo la totale solidarietà dell’opinione pubblica, oggi preoccupata dello shampoo dei vip. Tranquillizzo i lettori, l'acqua a Capri è tornata a sgorgare dai rubinetti. Non così in alcuni istituti di pena e soprattutto a Santa Maria Capua Vetere, dove il disumano disagio è endemico. La casa circondariale è di recente costruzione, ma il progetto non ha tenuto conto dell’assenza dell’allacciamento idrico. Bazzecole! Ospita 1.100 detenuti, mentre la capienza regolamentare è di 833 unità. Al sovraffollamento dunque, si aggiunge l’ulteriore sanzione – anch’essa non prevista dalla Legge – della privazione del bene primario per eccellenza che è l’acqua. La Direzione del carcere, ogni anno d’estate, è costretta a ricorrere a misure d’urgenza per tamponare una situazione d’incivile malessere che coinvolge lo stesso personale dell’amministrazione penitenziaria, per l’esasperazione dei detenuti. L’acqua necessaria viene prelevata da un pozzo semiartesiano e filtrata attraverso un impianto di potabilizzazione. Il rimedio consente docce razionate, acqua corrente a singhiozzo, ma lascia elevato il rischio di problemi igienici e di malattie. Si pensi alla pulizia di una cucina che deve servire migliaia di pasti! La Camera Penale di Santa Maria Capua Vetere si è fatta promotrice di un’istanza firmata dai detenuti e indirizzata al Magistrato di Sorveglianza per chiedere il risarcimento previsto dalla Legge per la reclusione in condizioni disumane e degradanti. Un’iniziativa che vuole accendere i riflettori sulla vergognosa situazione che ogni estate si ripete nel carcere sammaritano. La soluzione del problema dovrebbe vedere coinvolti i Ministeri della Giustizia e delle Infrastrutture, nonché gli Enti Locali per l’allacciamento alla rete idrica esterna. Sono anni che non si raggiunge un risultato non solo vitale e urgente, ma doveroso e imprescindibile per un Paese Civile, che altrove si sarebbe concretizzato con la stessa facilità di bere un bicchiere d’acqua. Avv.Riccardo Polidoro Responsabile Osservatorio Carcere Unione Camere Penali Italiane