06-04-2014
GUIDA AI DIRITTI ED AI DOVERI DEI DETENUTI SECONDA EDIZIONE: Nella sezione UTILITA' del sito è disponibile la seconda...
 
IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA ANNUNCIA GLI STATI GENERALI DEL CARCERE
L'intervento del Responsabile dell'Osservatorio Carcere dell'Unione Camere Penali Italiane, pubblicato sul quotidiano "Il Garantista"
 
Le recenti dichiarazioni del Ministro della Giustizia Andrea Orlando sulla necessità di dare voce alle soggettività che ruotano intorno al mondo penitenziario, con l’organizzazione, nella prossima primavera, degli Stati Generali del Carcere è senz’altro una buona notizia. E’ la prima volta che un uomo politico si pone il problema di coordinare le molteplici figure istituzionali e non, che si occupano di questo delicatissimo, quanto importante, segmento della Giustizia in Italia. Giustizia che ha il primato dell’inefficienza, laddove in tutti i settori le Leggi sono spesso travalicate da prassi e addirittura da provvedimenti locali che rendono la punizione del reo diversa da Regione a Regione. Come, ad esempio, per la “prescrizione”, laddove per far fronte al disservizio Giustizia, la Magistratura ha ritenuto d’intervenire, sostituendosi alla politica. Alcuni Procuratori della Repubblica hanno invitato i propri sostituti a dare la precedenza alle indagini su alcuni tipi di reato, tralasciando quelle di minore pericolosità sociale. Alcuni Presidenti di Tribunali hanno emanato circolari che sollecitano la definizione di certi processi, a discapito di altri che vengono rinviati per avviarli alla prescrizione. Certo è che qualunque processo, anche il più banale, è importante per colui che lo subisce e per l’eventuale persona offesa, ma anche per l’opinione pubblica che chiede comunque il rispetto di un percorso previsto dalla Legge. Tale circostanza è consacrata dall’ancora vigente, ma spesso dimenticata, obbligatorietà dell’azione penale. Se il Governo, per superare la ghigliottina della prescrizione, ha ritenuto di allungare i tempi del processo, arrivando addirittura ad ipotizzare una possibile sospensione della prescrizione tra il primo e il secondo grado di giudizio, con un “premio” per l’imputato di uno sconto dell’eventuale pena che sarà inflitta se l’irragionevole termine venisse superato, allora si naviga a vista e certamente in direzione sbagliata, sulle onde di un facile e momentaneo consenso che farà per sempre perdere la rotta. La bussola della Giustizia non deve essere in mano all’opinione pubblica, che invece va meglio informata e soprattutto educata sui temi del processo e della pena. Ben vengano, dunque, gli Stati Generali, ma siano preceduti da una campagna d’informazione governativa sull’importanza del rispetto dei principi costituzionali e delle norme in materia di detenzione. L’Italia ha un Ordinamento e un Regolamento Penitenziario tra i migliori d’Europa che non trova concreta applicazione per mancanza di un reale impegno politico su temi che troppo spesso sono in contrasto con il comune pensiero di cittadini disinformati e culturalmente non pronti a recepire principi di civiltà e legalità. Una corretta informazione e un sistematico insegnamento sui principali temi della Giustizia, che possano far comprendere all’opinione pubblica l’importanza di una pena scontata in maniera legale, devono essere accompagnati dalla necessità di garantire una pena “certa”, che offra garanzia di sicurezza al cittadino. Altro tema, dunque, è la certezza della pena, unitamente alla sua immediatezza. Citando Beccaria, “…. ogni pena non sia una violenza di uno o di molti contro un privato cittadino, dev’essere essenzialmente pubblica, pronta, necessaria, la minima delle possibili nelle date circostanze, proporzionata a’ delitti, dettata dalle leggi”. Il Legislatore, invece, per sopperire alla palese illegalità con cui vengono ristretti la maggior parte dei detenuti, ha adottato diminuzioni di pena che non possono trovare alcuna giustificazione non solo per le vittime dei reati, ma per gli stessi cittadini che non si sentono tutelati. Si pensi al recente sconto di pena di un giorno per ogni dieci giorni di detenzione in condizioni disumane e a quanto sopra già riferito sull’ulteriore riduzione di pena dovuta alla lunghezza del processo e ancora alla diminuzione di quarantacinque giorni per ogni sei mesi prevista dalla liberazione anticipata. Istituto quest’ultimo del tutto stravolto dalla prassi dovuta alla necessità di sottomettere i detenuti e a non farli protestare se vogliono ottenere il beneficio, mentre sarebbe destinato a chi ha dato prova di partecipazione all’opera di rieducazione, ai fini di un suo reinserimento nella società. E allora che Stato è quello che ha una pena illegale e incerta? Che “tortura” i detenuti e li risarcisce? Che non è in grado di promuovere percorsi rieducativi e si assicura l’ordine nelle carceri, riducendo la pena inflitta? Che non garantisce il diritto alla salute? Che toglie la libertà, ma oltraggia la dignità, bene non disponibile? Le buone intenzioni del Ministro dovranno tenere conto soprattutto di questo, altrimenti gli Stati Generali del Carcere null’altro saranno che l’ennesimo incontro tra persone che sono tutte d’accordo su quei principi di diritto che continueranno a non trovare applicazione. Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e ci auguriamo che il Ministro sappia riappropriarsi della bussola per condurre, finalmente, la malridotta barca della Detenzione in Italia verso il porto della Legalità. Il Responsabile dell'Osservatorio Carcere Avv. Riccardo Polidoro Roma, 26 novembre 2014