06-04-2014
GUIDA AI DIRITTI ED AI DOVERI DEI DETENUTI SECONDA EDIZIONE: Nella sezione UTILITA' del sito è disponibile la seconda...
 
ORMAI DORMONO A TERRA
SI E' TOCCATO IL FONDO
 
Napoli, 21 ottobre 2008 _______Su “Il Corriere della Sera” le allarmanti condizioni del carcere di Torino. La situazione sta precipitando in tutta Italia ed occorrono interventi immediati. A Napoli, nell’Istituto di Poggioreale vi sono oltre 2300 detenuti, a fronte di una capienza tollerabile (e quindi non regolare) di 1100. Scrive Nino Luca su “Il Corriere della Sera”: TORINO - Il carcere di Torino «Le Vallette» sta scoppiando. Risultano presenti 1.445 detenuti mentre dovrebbero essercene 923. Ben il 56 per cento in più del previsto. In questa situazione esplosiva circa 40 detenuti sono costretti a dormire per terra, nelle celle destinate a camere di sicurezza dei nuovi arrestati. Quelle che di solito dovrebbero essere utilizzate per le operazioni di matricola e casellario. Una coperta ad ogni detenuto e via sul pavimento. A volte non viene data neanche la coperta, come ci conferma Gerardo Romano, segretario Osapp del Piemonte (Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria). Questo accade da otto giorni nel carcere torinese di Cotugno-Lo Russo. SCANDALO - Una situazione «che grida allo scandalo» e «che non esitiamo a definire da bestia», dice Leo Beneduci, segretario nazionale dell'Osapp. Ma le informazioni, aggiunge Beneduci «ci arrivano in maniera dosata, anche perché il Dipartimento è ben accorto a non far trapelare. Il direttore del carcere Pietro Buffa ha chiesto del tempo per verificare la notizia: «Devo parlare prima con una persona»- ha detto a Corriere.it che chiedeva spegazioni. E allora Beneduce rincara: «Già il solo dormire per terra è umiliante per la condizione dell'uomo - continua Beneduce -, figuriamoci poi in una cella sovraffollata con un solo water. E la polizia penitenziaria è obbligata a sovrintendere a tutto questo». ALFANO - Beneduce poi conclude: «Che nel carcere si viva male è un fatto acclarato, che non giustifica però scelte tanto sciagurate, dettate dall'idea della cella come luogo di afflizione ulteriore. Se nell'opinione pubblica esiste da tempo la convinzione che si debba «buttare via la chiave», questi episodi evidenziano ancora una volta le condizioni di vita da terzo mondo che, a Torino come altrove, sembrano emergere». Per questo l'Osapp chiede al Guardasigilli Alfano l'immediato avvicendamento del provveditore dell'amministrazione penitenziaria del Piemonte.