06-04-2014
GUIDA AI DIRITTI ED AI DOVERI DEI DETENUTI SECONDA EDIZIONE: Nella sezione UTILITA' del sito č disponibile la seconda...
 
SCRIVE DAL CARCERE E FINALMENTE UN GIORNALE GLI DEDICA UN ARTICOLO
 
Napoli 4 luglio 2008.--------Se tutti i detenuti "eccellenti" si ribellassero, se avessero la forza di denunciare, senza vergogna, le loro condizioni di vita all'interno delle carceri, l'opinione pubblica comincerebbe a comprendere che lo Stato punisce violando la legge, perchč insieme alla libertą toglie all'individuo la dignitą, innescando un meccanismo di perdita totale della personalitą. L'edizione di Napoli de "La Repubblica", da oggi risalto alla lettera scritta da un professionista, detenuto da alcuni giorni nella Casa Circondariale di Poggioreale. L'articolo č diventato "notizia" perchč chi denuncia č un medico e la lettera non č stata cestinata . "IL MIO CARCERE E' UN GIRONE INFERNALE", questo il titolo. "Scrivo dall'interno del carcere di Poggioreale, che sto attraversando mio malgrado nei suoi gironi che neanche la fertile fantasia di Dante avrebbe potuto immaginare. In base ad un regolamento severo oltre misura, mi sono stati sequestrati, a parte il pettine e numerosi oggetti personali, alcuni libri e giornali con i quali speravo di poter trascorrere qualche ora di distrazione, le foto di mia moglie, dei miei figli e dei miei nipoti, che mi avrebbero dato una ragione per sopravvivere, addirittura anche un quaderno bianco ed una penna perchč non bisogna pensare, non bisogna scrivere, bisogna diventare un automa non pił una persona. Ospite del padiglione Avellino, pare che rispetto agli altri sia rose e fiori: un'ora d'aria due volte al giorno in un cortile di 200-300 metri quadrati, circoscritto da mura infinite, per un enorme numero di utenti. Le celle di 15-20 metri quadri ospitano, con letti a castello, fino a 10 detenuti ed in questi giorni hanno temperature intollerabili e sono meta di nugoli di zanzare. La latrina č contigua alla cucina dove la quasi totalitą dei carcerati si prepara i pasti acquistati con sacrificio allo spaccio. Anche rimanere un buon cristiano č impossibile, perchč si puņ seguire la messa solo ogni 15 giorni". Questi alcuni passi della lettera riportata nell'articolo del giornalista Dario Del Porto, che ha dimostrato particolare sensibilitą nello scrivere, unitamente alla cronaca del fatto giudiziario, anche la dolorosa permanenza in carcere dell'indagato. Il nome del detenuto non ha importanza. E' fondamentale, invece, comprendere che č necessario mobilitarsi perchč quanto denunciato non si verifichi nč per il professionista, nč per l'extracomunitario. Se lo Stato non č in grado di "rieducare il condannato" , secondo il principio costituzionale dell'art. 27, dovrebbe almeno tutelare la sua integritą fisica e psichica.